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                       Posted - 26/10/2006 :  15:38:32
                        
                        
                      
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                       Sappiamo tutti che l’illuminazione, a qualunque livello competitivo, è un fattore importante nella riuscita di una performance di una gara indoor. Ora mi chiedo: da regolamento, c’è un criterio per determinare se in una palestra l’illuminazione messa a disposizione dagli organizzatori è sufficiente per lo svolgimento della gara? Chiedo questo quesito dopo che in una recente gara indoor ho trovato un’illuminazione a dir poco scarsa, o meglio, molto diversa da piazzola a piazzola. Mi spiego meglio: su una linea di tiro di circa venti metri c’erano solo tre lampade a neon della lunghezza di circa 1,5 metri poste in verticale tra la linea di tiro e la linea d’attesa, quindi non erano poste sulla linea di tiro. Chi ha il compito di valutare l’intensità della luce, l’arbitro o il direttore dei tiri? Ci si può ritirare se si ritiene che l’illuminazione è insufficiente, e chiedere il rimborso dell’iscrizione? Spero che qualcuno abbia le risposte. Ciao
 
  Il Tiro con l'Arco è una poesia, di cui ci si dimentica sempre qualche verso.
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                       Posted - 26/10/2006 :  19:11:03
                        
                        
                      
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                       Non credo proprio che ci sia il rimborso, ma tu volendo (come hai detto) puoi  ritirarti se il caso. Però valuta che la condizione sia abbastanza grave, non ritirarti per sciocchezze o perchè stai perdendo, te lo dico per personale esperienza!
  garchery __________________________________________________________________ "Ora non potrai più dire che si tratta della fortuna del principiante" | 
                     
                    
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                       Posted - 27/10/2006 :  09:45:47
                        
                        
                        
                      
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                       Esiste solo una normativa indicativa interna della FITA per i Campionati Mondiali, ma nulla di ufficiale a livello sia FITA che Fitarco. L'argomento e' quindi sotto la strtta sorveglinza dell'arbitro, che e' l'unco che puo' decidere se la gara ha le condizioni per poter aver luogo, e comunque e' tenuto ad assegnare un voto specifico sul verbale di gara.  Ma se l'arbitro lascia iniziare la gara, non credo possa esistere alcun appiglio per cui la scarsa illuminazione (a quel punto soggettiva per definizione) possa essere ritenuta motivo di rimborso dell'iscrizione.   Pensa un po' agli italiani di Reggio Emilia dello scorso anno, e a tutte le discussioni sorte durante le finali (in particolare compound) tra gli arcieri e l'organizzazione per far spostare i bersagli dei match in modo da avere se non una buona illuminazione degli stessi (impossibile), almeo che i due  arcieri del match avessero una illuminazione simile sul paglione e non ci fossero situazioni dove uno dei due tirava alla luce e l'altro nel buio piu' completo. Il problema fu risolto, ma non al 100%, e Michele si e' trovato in semifinale spostato su diun paglione completamnte buio, perdendo lo scontro alle prime due frecce per il mirino sballato.  Ritengo che alla fine, comunque, si tratti di livello della gara. All'indoor a 25 mt Nazionale che organizziamo annulamente, abbimao 2 lampade da 100 watt per ogni paglione e i finestroni schermati con pellicola filtro  per garantire luce uniforme a tutti i partecipanti. Dovrebbe essere ovviamente un requisito di base per una gara valida per l'omologzione dei primati del mondo, ma non lo si puo' pretendere per ogni garetta di periferia. Ma che si veda almeno il mirino, quello sì.
 
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                       Posted - 27/10/2006 :  21:02:44
                        
                        
                      
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                       Pur ritenendo l’arbitro giudice unico in una gara, mi chiedo fino a che punto un arbitro può immedesimarsi in un arciere di compound, olimpico o arco nudo dove le problematiche di mira e di gestione delle attrezzature sono diverse, ed è pur vero che le stesse problematiche dovrebbero essere uguali per tutti e quindi influenzare nello stesso modo i risultati, ma quando da piazzola a piazzola le condizioni sono diverse allora le cose cambiano ed è solo una questione di fortuna per quei arcieri che capitano nella piazzola giusta. Ho detto fortuna perché sono ingenuo e non voglio pensare che possa essere una cosa magari voluta nel far capitare l’arciere giusto nella piazzola giusta. Penso comunque che un rimedio ci sia: segnarsi la gara e non andare alla prossima occasione. Grazie e ciao.
 
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