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 Arcocronaca: Gara a Padova (4° gara)
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Tuzzo
Han Solo

Italy
111 Posts

Posted - 29/11/2005 :  09:02:39  Show Profile  Visit Tuzzo's Homepage  Reply with Quote
Probabilmente diventerà sempre più difficile raccontare una gara di tiro con l’arco senza essere troppo ripetitivi, ma ci proverò lo stesso.
La trasferta di circa 70 km mi obbliga ad un’alzata alle 6 circa.
Il primo pensiero è come farò mai a farmi venire la voglia di tirare, considerato che mi sento uno straccio.
Dopo una rinfrescata e semicolazione le cose cambiano e sono già col piede fuori dalla porta…
Fa molto freddo, troppo freddo… decido quindi che è il caso di tornare in casa e togliermi le braghe del pigiama …
Dopo pochi minuti sono al ritrovo con gli altri 2 arcieri compagni di viaggio.
Aspettative, momento di forma e approccio alla gara sono solitamente i temi che accompagnano il tragitto.
Ovviamente non sei in forma…
Ti senti male,
hai un dolore reumatico improvviso,
non hai dormito bene, ed il giorno prima hai sentito qualcosa di strano nell’arco.
Insomma, prepari il terreno per giustificare una cagata di gara.
Arriviamo alla palestra padovana dopo aver avuto qualche imprevisto di traffico.
Non mi piace arrivare cosi tardi esclama uno, mentre osservo che siamo mezz’ora in anticipo. Solitamente ci presentiamo con 2 ore di vantaggio…in pole position.
In pochi secondi siamo già piazzati nelle nostre zone,
le 3 gare precedenti mi rendono più sicuro, più deciso…
…zac..
…zac…
…e zac..
E’ importante che non ci siano sorprese che disturbano l’arciere nel pre gara.
Tutto liscio…
C’è il controllo dell’attrezzatura…
COS’E’ CHE C’E’?!!!
Controllo di chè? Perché? Come? Quando?
Chiedo tutto preoccupato neanche dovessero farmi un’ ispezione rettale.
Trattasi di gara nazionale mi spiegano…
Faccio una veloce analisi dei miei ferri e mi dico che dopotutto dovrei essere a posto.
E SMETTILA DI AVER SEMPRE PAURAAAA…
Decido quindi prima di iscrivermi… nel mio Pass sono piu’ le cose che mancano che quelle che ci sono, scadenze, certificati, ma per fortuna tutto fila liscio.
Mi lancio poi al controllo attrezzatura … un amico mi si avvicina e mi chiede:
Hai il nome sulle frecce?
Mi tornano in mente i primi insegnamenti quando mi dissero che bisognava scrivere il proprio nome, ovviamente suggerimento non ascoltato…come sempre…
E’ panico.
Mi sembra una cagata e mi dico che per una volta farò il furbo, anche se non mi si addice, ritengo assolutamente impossibile che mi creino dei problemi per un nome sulla freccia.
E IL NOME SULLE FRECCE DOV’E’??? Esclama con tono intimidatorio all’arciere davanti a me nella coda per il controllo attrezzatura…
Un inversione ad U velocissima mi catapulta alla ricerca di un pennarello.
Non ce l’ho mi esclama uno degli amici con in mano una lurida matita dall’aspetto inutile.
Ho sentito che ne hanno uno da quelle parti esclama un altro...
La ricerca dello spacciatore di pennarelli è cominciata e noto attorno a me un certo movimento, segno che non sono l’unico ad avere questo problema.
Grazie all’aiuto di un gentilissimo arciere riusciamo a scrivere le nostre sigle,ed affronto il controllo tranquillo e calmo.
Mentre l’ispettrice controlla il pesante Genesis osservo con piacere il mio pericolosissimo rest Futura.
Un rest che più che un rest è un rasoio.
Mi ci sono tagliato ormai decine di volte.
Uso infatti una di quelle lamelle per le frecce in carbonio, ma e’ talmente appuntito che a volte ci ficco il dito e me lo taglio. E’ in sostanza un rest bilama…
La prima lama solleva il dito…
La seconda te lo taglia…
Inoltre e’ cosi piccola che quando usi le frecce in alluminio, più grosse, ogni volta che sali ti cade la freccia dal rest…allora riscendi, la riposizioni e risali stavolta delicatamente…
…e lei ricade.
Terminata l’ispezione vado a compilare i fogli di gara…
Non riesco a capire dove cavolo scrivere le sigle, e senza farmi notare vado a copiare da quello del paglione accanto.
Erano già pre compilati…
Mi siedo e cerco la concentrazione…
Mi guardo attorno…
Osservo un arco davanti ai miei occhi…
è un Hoyt, probabilmente ultimissimo modello.
Bellissimo, appariscente…
Lo sta osservando anche un altro arciere che mi guarda e mi fa:
E’ tuo?
MAGARI! Gli rispondo…
il mio e’ quello là!..indicando il mio Bernardini Genesis…
Noto che il mio arco se l’è un pò presa e vado quindi ad accarezzargli il mirino,
senza farmi notare controllo che non ci sia qualche vite allentata.
Il mio mirino infatti ha la tendenza a “rilassarsi” nelle viti e va quindi tenuto d’occhio, tanto che l’ho rinominato MOLLINO.
La gara mi ha visto ancora una volta tremante ma concentratissimo.
Le mie volee sono apprezzabili e l’obiettivo parziale dei 280 sembra a portata di mano.
Verso le ultime volee sento la pressione e la “freccia rana” torna a comparire nella mia faretra.
Appena presa in mano infatti mi salta via cadendo nelle vicinanze, la seconda volta che mi capita un simile fenomeno.
Strappo un 279 e nella seconda parte lotto per riconfermarlo.
Concentrazione spasmodica prima durante e dopo il tiro nelle fasi finali…
E’ allora che distratto dalla gara, mi distraggo sottovalutando le normali attenzioni che bisogna prestare nel tiro con l’arco. Perché non bisogna mai dimenticare che sono pur sempre armi e che l’incidente è sempre dietro l’angolo.
Ne ho fatto le spese proprio io e spero che l’episodio mi sia di insegnamento.
Inciampo infatti nel numero per terra della linea di tiro, rischiando di finire contro la fila di archi. Per poco non mi sbrego la scarpa da tennis, rischiando pure una distorsione.
Solo un ritrovato equilibrio mi impedisce di cadere per terra, e fingo assoluta indifferenza verso l’accaduto consapevole di essere un imbranato.
Nel proseguo della gara avrò modo poi di osservare altri…atleti…esibirsi nell’inciampata sul numero.
E’ una delle discipline piu’ praticate.
C’è chi preferisce all’andata…mentre vai ai paglioni…
…chi la preferisce al ritorno, quando stai andando sulla linea di tiro magari per tirare.
Una cosa ci accomuna.
Ognuno di noi fa finta di niente…
Anche con un piede a pezzi.
La gara termina a fatica con un 557 mia seconda prestazione. L’idea di aver migliorato il rank mi gasa.
Il ritorno vede il sottoscritto abbastanza soddisfatto mentre gli altri 2 compagni sono artefici di prestazioni sotto tono.
In questo caso la ricerca della scusante e’ una pratica semplice e ormai affinata.
Ma la vera arte è quella di puntare decisi verso uno dei 3 ed usarlo come cavia.
Solitamente se si è in 3 su una vettura si punta contro quello seduto dietro, specialmente se è più giovane.
Comincia quindi un’ analisi accurata della SUA gara, del punteggio, tecnica di tiro tanto che un incubo lo assale: MA ALLORA QUANDO TIRO MI GUARDANO!
La discussione scivola persino sulla sua sfera privata e una perizia psichiatrica degna del processo Franzoni precede il verdetto COLPEVOLE!!!
SMETTI DI FARE LE GARE!
Prenditi una pausa!
Allenati!
…Che tradotto suona come un: fai cagare.
Distrutto l’amico arciere ci salutiamo.
La domenica e’ ancora giovane…
Ciao,ciao….
…io vado a tirare un po, esclama…
Chi?
Ma e’ ovvio…quello seduto dietro…

CarbonPlus
Han Solo

Italy
216 Posts

Posted - 29/11/2005 :  09:51:12  Show Profile  Reply with Quote
Tuzzo vai forte.
Continua così!
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vittarco
Forum Admin

Italy
4227 Posts

Posted - 29/11/2005 :  09:59:13  Show Profile  Visit vittarco's Homepage  Reply with Quote
Tuzzo, le tue cronache sono simpatiche, ma come giustamente rimarchi, dopo un po' rischiano di diventare ripetitive. Mi permetto di suggerirti di aggiungere un po' di folclore locale, qualcosa in relazione anche agli "altri" nella gara, e un po' di commenti generali che con il tuo sense of humor saranno certo apprezzati da tutti. Chissà che dalle tue arcocronache non possa uscire un giorno un simpatico libretto magari a titolo, magari, "Partimmo all'alba...avventure e disvventure di un arciere principiante"

__________________________________________________________
Do or don't do. Not to try. Yoda
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Tuzzo
Han Solo

Italy
111 Posts

Posted - 29/11/2005 :  10:08:57  Show Profile  Visit Tuzzo's Homepage  Reply with Quote
Grazie del suggerimento
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